Lasciarsi ispirare dal proprio respiro, ascoltare la poesia, entrare in contatto con la propria dimensione interiore, fino alla meditazione e all’espressione creativa della personalità di ciascuno studente: è così che la scuola può cambiare in meglio.
La scuola, e gli insegnanti in particolar modo, devono essere sempre aggiornati e in grado di utilizzare le nuove tecnologie per migliorare l’esperienza di insegnamento e riuscire a rendere sempre interessanti le lezioni. I ragazzi tendono ad annoiarsi spesso e non capiscono perché devono imparare a memoria poesie noiose e leggere i grandi classici della letteratura.
Il compito di un bravo insegnante è quello di rendere interessanti le lezioni, per incentivare i suoi alunni allo studio e all’apprendimento. Un bravo insegnante quindi deve necessariamente essere molto creativo e aperto alle novità.
Con un metodo basato sull’ascolto e sull’intuizione la professoressa, docente di lettere, Rita Bigi si è impegnata per anni a rivoluzionare il mondo della scuola per favorire l’apprendimento da parte degli studenti e non solo.
Un lavoro sistematico nelle scuole durato almeno 16 anni (dal 1979 al 1996) e di un’esperienza nell’insegnamento ancora più lunga è stato davvero straordinario: esistono delle persone che possono insegnare ad altre come trasformare la scuola e l’approccio con gli studenti fin da subito in maniera sorprendente e Rita Bigi fa certamente parte di una rivoluzione che ha già avuto inizio e che può e deve continuare.
La professoressa Rita Bigi definisce il proprio lavoro come il primo esperimento sistematico di utilizzo di un metodo basato sulla poesia, sull’ascolto e sulla meditazione direttamente all’interno delle lezioni previste dall’orario scolastico (le lezioni di italiano, in questo caso specifico) e non come attività extrascolastica o esterna alle normali ore di scuola seguite dagli alunni.
La sua è una lunga ricerca sull’apprendimento creativo per potenziare le capacità linguistiche dei ragazzi in un lavoro esperienziale che nel corso del tempo è diventato molto di più. Nel proprio lavoro in classe si è basata sulla metodologia della maieutica: portare all’esterno ciò che gli alunni hanno già dentro, permettendo loro di esprimerlo, anziché inculcare delle nozioni come avviene normalmente nelle lezioni frontali.
Grazie alla lettura di testi poetici non semplificati e che a prima vista appaiono di difficile comprensione per i ragazzi, Rita Bigi ha capito che la poesia è così potente, soprattutto se letta bene e ad alta voce da un’insegnante, da consentire ai ragazzi di comprendere anche i messaggi più complicati senza la necessità di troppe spiegazioni.
Si è trattato essenzialmente di leggere agli studenti della scuola media inferiore dei testi poetici durante le ore di italiano. Gli studenti erano impegnati nell’ascolto e attratti dalla poesia. I risultati positivi sul loro profitto scolastico sono stati davvero inaspettati.
Che cosa è successo? Anni fa di fronte ad una classe di studenti delle medie particolarmente problematici dal punto di vista del comportamento e del profitto la professoressa ha lanciato una provocazione. Ha deciso di trasformare le sue lezioni di italiano in ore di lettura della Divina Commedia.
Si trattava di leggere le terzine dantesche ad alta voce di fronte agli alunni. Gli studenti non potevano che rimanere in silenzio ad ascoltare, a dir poco rapiti dalle parole del poeta. Durante le lezioni di italiano tradizionali, come ci ha raccontato la professoressa, gli studenti non ne volevano proprio sapere di dare retta alle spiegazioni. E anche nel caso della Divina Commedia preferivano semplicemente rimanere in ascolto della poesia pura, non inframmezzata da parafrasi e precisazioni.
Il messaggio poetico è stato compreso dai ragazzi in maniera così profonda che gli esiti delle prove di verifica sulla Divina Commedia hanno superato ogni aspettativa. Grazie alla loro capacità di ascolto e all’intuito sapevano interpretare le terzine dantesche in maniera corretta. I risultati scolastici relativi alle materie che la professoressa proseguiva ad insegnare in modo tradizionale, come la storia, continuavano invece ad essere deludenti.
Per quanto riguarda l’italiano, invece, l’esperimento di puro ascolto della poesia aveva funzionato davvero. E con il tempo ecco l’introduzione di un simile approccio in tante altre classi fino a portare i ragazzi a sapersi esprimere in modo spontaneo proprio attraverso la poesia, scrivendo in versi. Alcuni degli alunni della professoressa sono diventati autori di raccolte di poesie o sono stati premiati dopo aver inviato i loro scritti a dei concorsi letterari.
Per incentivare le capacità intuitive e di ascolto di sé degli studenti la professoressa ha pensato di introdurre nelle proprie lezioni un lavoro di osservazione e interpretazione di immagini semplici – ad esempio un paesaggio marino – e di opere artistiche.
Così facendo ha scoperto che la comprensione delle immagini come testo visivo può avvenire, proprio come per il testo poetico, grazie all’ascolto profondo di noi stessi, delle nostre sensazioni di fronte ad un’opera e di ciò che l’immagine ci trasmette e ci racconta.
La difficoltà di comprendere un testo poetico, un’immagine o un’opera d’arte è facilmente superabile se agli studenti vengono dati gli strumenti per entrare in contatto con se stessi. È necessario osservare l’immagine, entrare in relazione con essa, ascoltare se stessi e poi mettere per iscritto le proprie impressioni.
Arrivata a questo punto, dopo un lungo lavoro sull’ascolto della poesia e sulle immagini, Rita Bigi ha reso il proprio metodo ancora più profondo grazie alla meditazione, sperimentandola innanzitutto su se stessa.
Nella sezione Appunti di Viaggio del sito web della professoressa potete approfondire il tema del lavoro con le immagini grazie al racconto di una delle esperienze proposte agli studenti: l’osservazione silenziosa di un’icona e l’espressione in poesia delle proprie impressioni. Vi consigliamo anche la sezione del sito Alunni Scuola Media, dedicata alle pubblicazioni dei suoi studenti.
Dalla poesia all’ascolto del respiro fino all’importanza del silenzio, dell’introspezione e della meditazione. Ecco il percorso intuitivo e nello stesso tempo lineare attraverso cui il metodo didattico ha preso forma, innanzitutto grazie alla partecipazione degli studenti.
Perché il lavoro con la poesia ha funzionato? La risposta è molto semplice. La professoressa ci ha spiegato che: “La poesia ha un ritmo che si muove in accordo con il nostro respiro e l’ascolto in silenzio dei testi poetici facilita il contatto tra questi aspetti”.
Nel frattempo la professoressa ha approfondito la propria esperienza personale con la meditazione e ha pensato di proporla ai ragazzi in forma guidata. Si trattava di una meditazione basata sul respiro e sull’ascolto di sé. Poi i ragazzi avevano la possibilità di esprimere con la scrittura e in modo creativo ciò che avevano provato durante la pratica della meditazione.
Un punto importante: le annotazioni scritte dai ragazzi sulla propria esperienza vissuta non venivano corrette né valutate ma soltanto lette e ascoltate. L’esperienza è personale, dunque non poteva esserci nulla di sbagliato in ciò che gli studenti avevano provato e raccontato.
Lo stesso metodo veniva utilizzato dopo che i ragazzi avevano ascoltato la lettura di una poesia, che di solito vedeva al centro un testo considerato di difficile comprensione. Nel raccontare le impressioni provate durante l’esperienza dell’ascolto spesso i ragazzi si esprimevano spontaneamente componendo dei versi.
La poesia data provocava altra poesia. È così che la professoressa ha scoperto, avendone le prove, che la poesia stessa è figlia del silenzio e che proprio grazie a quel silenzio verso cui i ragazzi vengono guidati, può nascere altra poesia.
“La poesia è immagine subito scolpita” – ecco la definizione del testo poetico data da un giovane studente che intuitivamente aveva capito la differenza tra la lingua denotativa di un tema e la lingua connotativa della poesia.
Ascolto della poesia, del proprio respiro e di se stessi, interpretazione intuitiva delle immagini e meditazione hanno cambiato la vita degli studenti e li hanno portati a migliorare i propri risultati a scuola.
Grazie al percorso dedicato alla poesia e a seguito di esso la professoressa ha capito che il focus del suo metodo di insegnamento non era in realtà sulle parole o sulla capacità di comporre in versi ma sul respiro e di conseguenza sull’ascolto e sul silenzio.
Come ci ha spiegato Rita Bigi: “Il compito degli insegnanti non è quello di correggere gli errori. Gli alunni, dentro di loro, in realtà sanno tutto, conoscono qualsiasi cosa. La capacità dell’insegnante deve essere quella di rendere gli studenti in grado di entrare in contatto con la conoscenza che è già presente dentro di loro”.
Gli insegnanti stessi dovrebbero impegnarsi nella lettura di poesie agli studenti e sperimentare prima di tutto a partire da se stessi la scrittura in versi. Nessuna poesia è difficile secondo la professoressa: quando un testo poetico viene letto bene, i bambini che rimangono in ascolto lo comprendono senza problemi.
Le proposte di lavoro sulla poesia, sull’ascolto interiore, sul respiro e sulla meditazione secondo Rita Bigi dovrebbero essere sperimentate da tutti, sia dagli insegnanti che dai genitori oltre che dai ragazzi.
Il metodo mette tutti sullo stesso piano: sia gli studenti geniali che i ragazzi con qualche difficoltà possono esprimersi liberamente e dare il meglio di sé senza la paura di essere giudicati.
La consapevolezza del respiro è il punto di partenza di molti esercizi di rilassamento e delle pratiche di meditazione. A cosa serve l’attenzione al respiro? Rita Bigi evidenzia che “il respiro ci permette di essere consapevoli del nostro corpo e della nostra mente. In particolare il respiro diventa una vera e propria chiave di accesso alle emozioni e ai sentimenti, all’inconscio, alla conoscenza di sé, alla creatività e all’immaginazione”.
Il libro ‘Io respiro, tu respiri, noi ci ispiriamo’ vuole essere uno strumento che aiuti innanzitutto gli addetti ai lavori ad uscire dagli schemi del mondo degll’insegnamento. Si rivolge soprattutto a docenti, educatori, genitori e a tutte le figure che ogni giorno si trovano a contatto con i ragazzi.
Rita Bigi nel libro, scritto insieme alla pedagogista Marzia Pileri, offre spiegazioni dettagliate a livello sia di teoria che di pratica per applicare direttamente il suo metodo con i ragazzi. Le testimonianze raccolte tra gli studenti delle elementari e delle medie e riportate nel libro sono spiazzanti e ci fanno riflettere.
Il libro racconta come negli anni Rita Bigi abbia donato agli studenti gli strumenti necessari per raccontare le proprie esperienze di vita, di meditazione e di visualizzazione sotto diverse forme: la poesia, il racconto fantastico, il disegno o il flusso libero di idee.
‘Io respiro, tu respiri, noi ci ispiriamo’ è composto da unità didattiche proposte in sequenza a partire dalla conoscenza del respiro, che poi ricongiungerà tutto il lavoro successivo, dedicato alla poesia, alla meditazione, alle emozioni e ai simboli. Il fulcro del metodo è basato sull’educazione degli studenti all’ascolto e al silenzio.
Nella parte conclusiva del libro gli studenti della professoressa Bigi, ormai adulti, ricordano la propria straordinaria esperienza scolastica e la raccontano. Nel libro i testi composti dai ragazzi supportano le teorie psicologiche sostenute e rappresentano una testimonianza di grande valore.
Gli schemi e le tabelle aiutano gli insegnanti e i genitori a mettere subito in pratica con i ragazzi le informazioni apprese dal libro, che non rappresenta soltanto una guida pedagogica destinata alla scuola e al mondo dell’istruzione ma anche uno strumento per la crescita personale valido per tutti.
Rita Bigi da quando è in pensione si occupa di diffondere il proprio metododidattico nella speranza che altri insegnanti possano adottarlo. Ha dato vita ad un’associazione con cui organizza incontri e laboratori pedagogici ed espressivi dedicati ai bambini e agli adulti di ogni età. Sul suo sito web troverete maggiori informazioni e ulteriori spunti di approfondimento.
(Fonte: Marta Albè – www.greenme.it)