Una volta c’erano le guerre, i giovani partivano e ci lasciavano la pelle e saltavano tre generazioni di giovani. Oggi questo fortunatamente non avviene più, però avviene un altro tipo di omicidio che è quello del loro avvenire. L’impossibilità di realizzarsi attraverso il lavoro, questa è la cosa più atroce che succede in Italia a un giovane.
E allora l’unica cosa che io posso umilmente dire a loro, con molta umiltà, è io non credo alla speranza. Chi vive di speranza muore disperato, io credo nei propositi, che si mettano in testa dei propositi, di fare, comunque, di resistere alla contingenza.