“Più Fundraising Più Cultura nell’edizione 2024 appena conclusa ha segnato per molti versi un punto di svolta circa il necessario e auspicabile dialogo con l’ecosistema culturale e museale dell’iniziativa RO.ME – Museum Exhibition, incentrando il proprio approfondimento sul sostegno dei privati al patrimonio culturale del nostro Paese e tracciando alcune linee di programmi, azioni e politiche attive che possono essere messe in atto per far crescere in qualità e in quantità il fundraising culturale”. Al termine del Main Event del 14 novembre 2024, i promotori Scuola di Fundraising di Roma e Patrimonio Cultura hanno dichiarato che “è evidente che ormai il fundraising in ambito cultura sia diventata una funzione consolidata, grazie all’impegno e all’attenzione che, sempre di più, istituzioni e organizzazioni stanno dedicando al coinvolgimento di individui, aziende e fondazioni nel sostegno dei progetti culturali e nelle pratiche di partenariato pubblico-privato. Ma ancora molto va fatto per creare le condizioni migliori affinché aumenti la diversificazione delle fonti di ricavo in una logica di funding mix e di sostenibilità economico-finanziaria. In particolare, oggi possiamo assistere a tre assunzioni di impegno molto importanti: la conversione delle Domeniche gratuite dei musei statali in giornate di sensibilizzazione al dono per il patrimonio storico-artistico e in un’ottica di mecenatismo diffuso, la disponibilità di enti e operatori a costituire un Tavolo di ricerca sul fundraising culturale che collabori con il Ministero della Cultura e l’impegno ad investire sulla formazione da parte del DiVa – Dipartimento per la Valorizzazione dei Beni culturali del Ministero”. Fondamentale, in tal senso, è stato l’intervento di Alfonsina Russo, neo Capo del Dipartimento per la Valorizzazione del Ministero della Cultura e di Carolina Botti, Direttore di Ales SpA e responsabile dell’Art Bonus.
Il Main Event di Più Fundraising Più Cultura ha visto la partecipazione di oltre 130 iscritti, ospitati all’interno della Sala Auditorium di WeGil, nell’ambito del secondo giorno della manifestazione RO.ME. Museum Exhibition. Il programma si è aperto con l’autorevole intervento del professor Marco Causi, che ha presentato dati e statistiche di finanziamento privato alla cultura, evidenziando che il fenomeno del sostegno privato alla cultura sia ancora marginale ma in crescita (coi contributi privati che coprono rispettivamente il 10,6% e il 7,2% delle entrate rispettivamente delle fondazioni museali e dei musei civici), e che semmai sia un modo per applicare il principio di sussidiarietà verticale, citando anche l’importanza dello strumento fiscale di Art Bonus.
Gli altri interlocutori hanno apportato non solo idee, ma anche esperienze e proposte concrete che hanno raccolto un consenso generale da parte delle organizzazioni culturali, delle istituzioni, degli interlocutori privati e filantropici del mondo della cultura. In prima battuta, l’esperienza della Corporate Membership di Pistoia Musei, che ha saputo costruire uno strumento per il coinvolgimento delle aziende del territorio rispetto alla programmazione culturale della Fondazione, specialmente nei suoi diversi spazi e iniziative. In secondo luogo, si è potuta verificare l’efficacia del crowdfunding con la testimonianza di Valeria Vitali, Founder di Rete del Dono, con l’esperienza del sostegno del cofano di Guala Bicchieri organizzato da Palazzo Madama (Fondazione Torino Musei), col coinvolgimento di testimonial autorevoli, come lo storico Alessandro Barbero.
Molto rilevante anche la testimonianza di impegno illustrato da Vera Donatelli e Greta Rossi di BPER Banca, negli strumenti a sostegno del terzo settore e della pubblica amministrazione e nel progetto espositivo “La Galleria”, da intendere come attivatore di ulteriori esperienze e iniziative culturali e come corporate giving generativo, in grado di creare valore aggiunto non solo per l’azienda, ma per i suoi stakeholder e per la comunità nel complesso, in una logica di partnership che superi i limiti del tradizionale rapporto di mecenatismo e sponsorizzazione.
Il programma di interventi ha avuto modo di portare all’attenzione anche il tema del welfare culturale, di cui ci ha parlato Annalisa Cicerchia, Vicepresidente del Cultural Welfare Center, evidenziando l’impatto che la fruizione e la pratica dell’arte e della cultura ha in termini di prevenzione e cura, sulla salute delle persone, dialogando con l’esperienza del Policlinico Gemelli di Roma nei progetti di integrazione tra arte e cura. Questa linea di interesse dedicata al benessere delle persone potrà rappresentare sempre di più una progettualità di rilievo e di priorità per ulteriori iniziative di raccolta fondi.
Per far crescere il fundraising culturale è necessario che si investa in modo più coraggioso sulla ricerca, come hanno dimostrato gli interventi di Paolo Anselmi di Walden Lab e Sabrina Stoppiello di ISTAT, senza la quale non potremmo disporre di dati e informazioni sui donatori, sulle loro motivazioni e sull’evoluzione dei mercati del mecenatismo, della sponsorizzazione e delle donazioni diffuse. Molto importante la disponibilità dimostrata nel creare un Tavolo per la ricerca che riunisca i principali enti di ricerca per condividere un programma comune che aiuti le istituzioni a dotarsi di politiche adeguate per lo sviluppo del fundraising culturale.
Analogamente, risulta urgente favorire l’accesso delle istituzioni culturali al mercato della filantropia internazionale e degli investimenti per lo sviluppo di imprese culturali. Un mercato estremamente interessante per l’Italia, come hanno dimostrato i casi portati da Elisa Bonini di Friends of Florence, Nicola Sapio della Fondazione Scuola dei Beni e delle attività culturali e Espera Donoussi di ICCROM con il Progetto UBIC di collaborazione tra Italia e Africa. In tal senso, importante l’intervento della Fondazione Italia per il Dono in merito al ruolo degli intermediari filantropici e di Myriad.Org, una rete di operatori filantropici nelle Americhe e in Europa, dedicati ad agevolare la filantropia internazionale, ospitando campagne di istituzioni culturali italiane che attivano donatori di Paesi esteri.
Infine, Lucia Steri, Referente per la comunicazione di Ales SpA, ha messo in evidenza come l’Art Bonus in dieci anni abbia favorito il contatto tra le istituzioni culturali e nuove tipologie di donatori, che fino ad oggi erano ai margini del mecenatismo e che oggi invece riescono a sostenere attività anche molto innovative grazie a questo strumento di fiscalità ma anche di facilitazione delle donazioni. Qualche dato significativo emerso: oltre 1 miliardo di euro raccolti da oltre 44.000 donatori, composti per il 62% da persone fisiche, per il 13% da enti non commerciali e per il 25% da imprese, e indirizzati a 2.714 enti beneficiari complessivi, di cui 1.181 Comuni, 145 musei afferenti al Ministero, 805 enti dello spettacolo.
Più Fundraising Più Cultura, per la prima volta organizzato nell’ambito di RO.ME – Museum Exhibition, grazie agli enti patrocinatori (AIES, Ales, ANCI, Assifero, Federculture, ICOM Italia), ai partner di progetto e ai sostenitori (BPER Banca, Rete del Dono e Myriad.org), si conferma come il principale programma dedicato al fundraising culturale e come occasione di incontro e dialogo tra i diversi stakeholder di questo ambito, dalle istituzioni alle aziende, dai potenziali sostenitori alla pubblica amministrazione, passando per gli enti di ricerca e agli intermediari finanziari, allo scopo di sviluppare la sostenibilità per la cultura.
Fonte: Agenzia Cult